L’attività edilizia incide nella nostra vita più di quanto riusciamo a renderci conto. Da statistiche elaborate in Germania infatti è emerso che un cittadino europeo passa di media il 90% della propria vita in casa e la cosa sconcertante è che l’aria che respira all’interno delle mura domestiche è due – tre volte peggiore di quella che respira all’esterno. La risposta a questi problemi deve trovare il suo spazio nella rilettura dell’architettura ponendo una particolare attenzione al riequilibrio ambientale. In Italia nel 1989 dalla spinta di un gruppo di architetti sensibili alla tematicha è nata la prima associazione nazionale del settore, l’ANAB (Associazione Nazionale Architettura Bioecologica). Da qui si sentirà spesso parlare di bioedilizia o bioarchitettura, termini che in sè racchiudono i valori nei quali si sono impegnati: architettura,l’arte del costruire, viene infatti affiancata da “bio” che significa favorevole alle vita, da “eco” cioè in equilibrio con l’ambiente e da “logica” che per l’appunto ne sottolinea l’intelligenza dell’agire.
Quasi la metà delle risorse sottratte, dei rifiuti provocati, del consumo di energia e dell’ inquinamento vengono prodotti nel settore edile ed è per questo che si deve tornare a mettere l’uomo ela natura al centro del proprio operare. I primi passi in linea con gli obiettivi dello sviluppo sostenibile sono quindi lo sviluppo e la ricerca, il recupero i tecniche antiche ed economiche, l’utilizzo di materiali naturali e rinnovabili e le note proposte di energie elternative quali i pannelli fotovoltaici, i boiler solari e l’energia eolica.